La situazione del porto anconetano è ormai di dominio pubblico. Che sia diventato a tutti gli effetti una frontiera è un dato acquisito. Che la città ne sia ancora tanto affezionata e che si senta scippata di un suo organo vitale, dopo la sua perimetrazione e separazione, è una certezza. Che tanti uomini e donne sperano di giungervi per chiedere accoglienza e protezione e, al contrario, vengono rispediti al loro triste destino è la cruda verità. Così come al suo interno c’è chi lotta per il diritto al lavoro e al reddito, di fronte a politiche economiche che distruggono la vita di migliaia di persone.
Con tutte queste premesse crediamo fortemente che sia necessario continuare ad essere promotori di un radicale ripensamento in materia di gestione dello spazio portuale.
Ora che tante associazioni e tanti cittadini stanno mostrando la loro indignazione verso l’attuale governo del porto, dobbiamo moltiplicare gli interventi e le mobilitazioni, evidenziando questa situazione in modo da riportare al centro del dibattito non solo la dignità delle persone ma anche l’esercizio della democrazia intorno a ciò che ci appartiene. Si perché l’area portuale è della città e da essa è storicamente inseparabile. La cittadinanza non può e non vuole accettare che dei secoli di storia di accoglienza e di incontro tra culture rimanga ora solo qualcosa che ha più le fattezze di un carcere più che di un punto di approdo e partenza quale dovrebbe essere ed è sempre stato.
“Un porto per tutti” vuole essere appunto un’altra iniziativa, un’altra occasione in cui chiederemo, ancora una volta, l’apertura temporanea del porto per fare arrivare le nostre richieste e i nostri contenuti. Un appuntamento pubblico per dimostrare che si possono costruire delle alternative anche là dove non si vogliono trovare soluzioni.
La nostra giornata sarà dedicata allo scambio, alla complicità, agli interventi e alle attività da fare insieme. Sulla banchina principale installeremo, infatti, campi da gioco e attrazioni ludiche per liberarla dal suo innaturale nuovo ruolo di esclusione-espulsione e far si che il nostro 25 aprile non sia una lontana commemorazione ma una reale liberazione di tutti da tutto ciò che opprime e non consente di vivere da uomini e donne liberi!
All’interno dell’area allestiremo un campo da calcetto per disputare un mini torneo, al termine del quale si terranno regolari premiazioni. Ad affrontarsi si troveranno due squadre miste di ragazzi in situazione di handicap insieme ad alcune rappresentative di squadre originarie dei paesi bagnati dal Mediterraneo.
Il torneo, per il secondo anno consecutivo, porterà il nome della campagna nazionale “Gioco Anch’io”, per il riconoscimento del diritto di cittadinanza nello sport per i giovani migranti che risiedono in Italia, promossa dall’Associazione nazionale Sport Alla Rovescia.
Questa giornata dunque intende essere un punto di inizio per costruire una piattaforma comune sulle tematiche del porto che oggi ci parla di territorio, ambiente, cittadinanza. Lanciamo quindi un appello generale a tutte le organizzazioni, associazioni, singolarità che credono in questo cammino e chiedono un ripensamento delle modalità di fruizione dell’area portuale. Auspichiamo anche di aprire un tavolo pubblico con tutti i referenti istituzionali che si occupano della questione per avanzare le nostre prospettive ed idee.
L’appuntamento è dunque per tutti alle ore 10 all’entrata principale del porto.
In contemporanea, alla stessa ora, i ciclisti si incontreranno al Passetto per raggiungere il porto con una bella-sana pedalata ecologica!
Polisportiva Antirazzista Assata Shakur, Ancona Bene Comune, Free Woman, Rete Migranti Diritti Ora!,Centro Sociale Asilo Politico, Shimabara Marche, Antigone, Laboratorio Sociale, Fiom, UISP comitato provinciale Ancona, Casa delle Culture.