Questa mattina alle ore 8:00 ci siamo ritrovati davanti casa della signora Violet per la seconda volta al fine di evitare che l’ufficiale giudiziario eseguisse lo sfratto ordinato dall’ERAP. Siamo stati accolti da due pattuglie, che poi sono diventate tre, di polizia e carabinieri, accompagnati dalla DIGOS, che volevano sincerarsi che lo sfratto fosse eseguito. A questo punto noi ci siamo compattati davanti al portone e sulle scale che conducono all’appartamento dell’inquilina, da dove abbiamo avviato la trattativa con Ascoli, dirigente dell’ERAP, intenzionato a tutti i costi a riprendersi l’appartamento oggi. L’assessore alla casa Urbinati e quello alle politiche sociali Capogrossi erano stati precedentemente sollecitati per recarsi sul posto, affinché si prendessero la responsabilità politica di lasciare una persona in strada il 10 dicembre. Come da copione, hanno rifiutato il nostro invito e Urbinati, contattato telefonicamente da Ascoli, ha ribadito il suo disinteresse alla questione e spinto per l’esecuzione immediata. Atteggiamento che ha provocato una profonda indignazione fra i circa 50 manifestanti presenti, i quali con maggiore determinazione hanno impedito il passaggio dell’ufficiale giudiziario all’interno dell’abitazione. Dopo un’ora circa di trattativa, è stata ottenuta un’ulteriore proroga fino al 26 febbraio. Sul verbale compilato dall’ufficiale giudiziario è stato messo per iscritto che in questo lasso di tempo si provvederà a istituire un tavolo con la presenza delle figure istituzionali competenti, incluso l’ERAP stesso, per trovare un’alternativa per Elisabetta.
Successivamente data l’arroganza dimostrata dall’assessore Urbinati si è deciso di spostarsi in comune per stanarlo durante la riunione della giunta comunale, per metterlo nella condizione di dare delle risposte a questa emergenza e a tutte le altre che necessitano di una soluzione in merito alla questione della casa. Giunti sul posto prima dell’inizio della giunta, abbiamo occupato l’aula aprendo il nostro striscione “non si abita in una graduatoria. Stop sfratti” e lasciando ovunque il volantino per il presidio di venerdì prossimo in Comune.
All’arrivo dell’assessore abbiamo esposto la situazione sia della signora Violet, che di chi già vive in strada, chiedendo che entro una settimana venga fissato un incontro per pianificare una strategia politica di emergenza e non solo. L’assessore ha rimesso tutto il discorso sul piano della legalità e della burocrazia, che sappiamo avere tempi camaleontici non idonei ad affrontare la situazione, dichiarando che il comune di Ancona non ha mai lasciato nessuno a dormire in strada. Cosa assolutamente smentita da molti presenti, che attualmente dormono all’aperto o in alloggi di fortuna, solo quelli intervenuti all’ultima assemblea cittadina di domenica scorsa, sono circa ottanta. Dopo un’ora di discussione, interrotta da una sfuriata del sindaco, che ha preteso di insegnarci le regole del bon ton, paragonando la nostra presenza con un’irruzione in una casa privata, abbiamo imposto l’incontro che ci auspicavamo.
E’ stata una grande giornata di lotta, attraverso la quale ancora una volta abbiamo rivendicato il diritto all’abitare, riuscendo a posticipare per due volte lo sfratto, considerando che oggi l’ERAP aveva a suo favore anche la sentenza del giudice, che ha stabilito la sua non titolarità dentro l’appartamento; ricordiamo che la sentenza ultima si terrà il 7 maggio prossimo. La partita è ancora aperta grazie alla nostra determinazione e alla capacità di sollevare le contraddizioni odierne che richiedono soluzioni coraggiose e non convenzionali. Il desiderio di riappropriarci di ciò che ci spetta è l’elemento comune e la spinta che ci contraddistinguerà nelle prossime azioni. Prendiamo atto dell’incapacità da parte dell’amministrazione di intervenire in modo adeguato sulla questione, basti considerare il fatto che a settembre scorso l’intero consiglio comunale si è espresso contro il patto di stabilità e disponibile a intraprendere insieme ad altre amministrazioni un percorso per la sua messa in discussione, ma all’atto pratico gran parte del patrimonio pubblico è in svendita e non si è cercato di liberare risorse alternative. Chiediamo che tutti gli alloggi e gli edifici pubblici chiusi vengano messi a disposizione della città e che la strategia delle guerra tra poveri non si addice a una giunta di “sinistra “che invece di aizzarla dovrebbe ostacolarla. Infatti all’assessore che si è preso la responsabilità, davanti a noi, di lasciare Elisabetta in strada, accusandoci di volerle far scavalcare la graduatoria vigente, intendiamo rispondere che noi la soluzione la esigiamo per tutti, che siano dentro o fuori dalla graduatoria e qualsiasi posizione di essa sia stata loro assegnata.
Progetto Ancona Bene Comune