Uniti/e nelle lotte – Ancona e Roma 15 e 19 ottobre

“Licenziamenti, sfratti, precarietà, basta austerità” recita lo striscione di apertura del corteo del 15 ottobre per le vie di Ancona, accompagnato da altri due che affermano la necessità e l’urgenza dell’amnistia, della difesa dei beni comuni e dell’abolizione della BossiFini.
L’occasione per portare in strada la contestazione alle politiche che continuano giorno dopo giorno a precarizzare la nostra dignità è stato il vertice italo-serbo che si è tenuto ad Ancona nel palazzo della regione e che ha portato l’attuale governo italiano quasi al completo nella città dorica. I centri sociali delle Marche, assieme a molte altre realtà locali che quotidianamente si battono dal basso per la riappropriazione dei diritti e delle libertà fondamentali di ognuno, hanno convocato la manifestazione “a pranzo con Letta”, portando in strada circa trecento persone, un buon numero, considerando che l’incontro tra i due governi è stato reso noto solo pochi giorni prima e che si è celebrato in un giorno lavorativo. Da parte sua, il governo si è trincerato in un’ampia zona rossa, mai vissuta prima nella nostra città e che noi abbiamo rifiutato, difendendo la libertà di riappropriarci degli spazi in cui viviamo e di far sentire le nostre voci fin sotto le loro finestre, ma l’unica risposta è giunta dai manganelli dei “difensori dell’ordine”. 

Con la stessa degna rabbia espressa ad Ancona e con la quale conviviamo quotidianamente, ascoltando e affrontando in prima persona problemi ormai all’ordine del giorno quali sfratti, distacchi dell’acqua, licenziamenti, condizioni disumane nelle carceri, tragedie legate a un reato che disconosciamo come quello della clandestinità, con questa stessa rabbia siamo andati a Roma il 19 ottobre, al grido di “restituiteci la dignità che la precarietà ci sottrae”. Nonostante la mistificazione dei media mainstream, che avevano alimentato un panico giustificato solo da una ricerca sfrenata di spettacolarizzazione, priva degli approfondimenti riguardanti le ragioni della piazza e nonostante Trenitalia abbia negato all’ultimo momento i treni speciali per raggiungere Roma, le strade della capitale sono state invase da migliaia di manifestanti giunti da tutta Italia per rilanciare le lotte dal basso. Ha attraversato la città un corteo eterogeneo, dimostrando che il diritto alla casa, allo studio, al lavoro non sfruttato, all’accoglienza e all’asilo, la difesa dei territori, sono tutti parte della stessa lotta, quella per una vita degna. Gli appuntamenti non termineranno qui, la manifestazione del 19 ha portato alla ribalta emergenze che non possono essere ancora ignorate o risolte con risposte securitarie, inoltre ha creato una convergenza di bisogni differenti che ora sanno di poter contare sulla solidarietà reciproca, pure quando proseguiranno la lotta per conto proprio a livello territoriale. Lo ha subito dimostrato l’immediato sostegno ricevuto dai/lle compagni/e arrestati (per fortuna già liberi/e!), che hanno potuto contare su un coro unanime di protesta, contro quella distinzione tra manifestanti “buoni e cattivi” che stavolta non è riuscita a dividerci, come troppo spesso era accaduto negli ultimi anni.

Consigliamo le seguenti letture:

Manganellate a Ancona. Se c’è Letta c’è zona rossa
Di ritorno da Roma, in movimento in Europa
Assemblea a Porta Pia
Dall’ #assedio di Porta Pia: Liber@ Tutt@!
Cosa abbiamo visto veramente a Roma il 19 ottobre
Lupi dice no alle richieste di Occupy Porta Pia
Il 19 Ottobre e la saggezza della Roma ribelle
#19O finalmente tutti liberi!
Liberi tutti

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