L’isolamento che uccide

L’ennesimo caso di autolesione per disperazione legata alla crisi si è verificato in Ancona. Bahri Taaieb un tunisino di 54 anni che vive e lavora in Italia da oltre dieci anni si è dato fuoco, lo scorso mercoledì 8 maggio, cospargendosi il torace di alcool davanti alla prefettura.

Siamo andati a trovarlo all’ospedale di Torrette, dove è ricoverato per le ustioni (non gravissime) che ha riportato dopo l’accaduto, ci ha spiegato con molta calma e lucidità il paradosso della sua situazione.

Bahri commercia pesce come venditore ambulante, sul suo camioncino, da ormai dieci anni regolarmente e così porta avanti economicamente la sua famiglia anche perché è l’unico a lavorare. Tutto bene, insomma, fin quando lo scorso 27 Aprile una volante della polizia stradale lo ferma e gli contesta la validità del libretto di circolazione del mezzo perché, dicono, non ha tutte le autorizzazioni per trasportare il pesce.  Continua a leggere

25 aprile 2013 – festa della liberazione – Un porto per tutti!

La situazione del porto anconetano è ormai di dominio pubblico. Che sia diventato a tutti gli effetti una frontiera è un dato acquisito. Che la città ne sia ancora tanto affezionata e che si senta scippata di un suo organo vitale, dopo la sua perimetrazione e separazione, è una certezza. Che tanti uomini e donne sperano di giungervi per chiedere accoglienza e protezione e, al contrario, vengono rispediti al loro triste destino è la cruda verità. Così come al suo interno c’è chi lotta per il diritto al lavoro e al reddito, di fronte a politiche economiche che distruggono la vita di migliaia di persone.

Con tutte queste premesse crediamo fortemente che sia necessario continuare ad essere promotori di un radicale ripensamento in materia di gestione dello spazio portuale.

Ora che tante associazioni e tanti cittadini stanno mostrando la loro indignazione verso l’attuale governo del porto, dobbiamo moltiplicare gli interventi e le mobilitazioni, evidenziando questa situazione in modo da riportare al centro del dibattito non solo la dignità delle persone ma anche l’esercizio della democrazia intorno a ciò che ci appartiene. Si perché l’area portuale è della città e da essa è storicamente inseparabile. La cittadinanza non può e non vuole accettare che dei secoli di storia di accoglienza e di incontro tra culture rimanga ora solo qualcosa che ha più le fattezze di un carcere più che di un punto di approdo e partenza quale dovrebbe essere ed è sempre stato.  Continua a leggere

Ancona – A un anno dalla strage razzista, ricordiamo Samb e Diop

Giovedì 13 dicembre, 18.00 – Ritrovo a Piazza Roma, Ancona

Un anno fa a Firenze, in due mercatini rionali della città, vengono uccisi intenzionalmente due ragazzi senegalesi, venditori ambulanti della zona. Le vittime sono Samb Modou, 40 anni, e Diop Mor, 54 anni. Oltre a loro sono stateferite tre persone, ricoverate poi in prognosi riservata: Moustapha Dieng, 34 anni, Sougou Mor 32 anni, e Mbenghe Cheike, 42 anni. Il gesto compiuto fu fatto passare dai media e dalle forze dell’ordine come un puro atto di pazzia, ma la realtà è un’altra. L’autore degli omicidi è Gianluca Casseri, pistoiese di 50 anni, che quella mattina inizia ad esplodere colpi di arma da fuoco tra la folla.  Continua a leggere

Il comune di Ancona dispone lo sgombero per il centro sociale Asilo Politico

Abbiamo pensato di poter cambiare questa città.
Abbiamo pensato di poterci crescere e dare la possibilità ad altri di farlo con noi.
Abbiamo pensato, che mettere tutte le nostre forze nel trasformare un qualcosa lasciato nel degrado, in qualcosa di vivo e vivibile, fosse un obbiettivo nobile.
Abbiamo pensato che Ancona si meritasse un luogo costruito con le energie dei giovani per i giovani.
Un luogo privo di pregiudizi, di razzismo e in grado di essere una base per chiunque non accetta questa società consumista e il suo mondo fatto di schemi, rigori, stupidità e grigiume.
Un luogo, dove chi aspira a colorare questo mondo, di idee, di sogni, di arte, potesse essere libero e aiutato a farlo.
Un luogo dove poter costruire un modello di sviluppo alternativo a quello imposto.
Un luogo dove abbiamo sperimentato la possibilità di gestire direttamente un bene pubblico che come tale appartiene a tutti e del quale ci siamo fatti carico perché lasciato abbandonato.
Beh, pare che niente di tutto questo possa più essere possibile.  Continua a leggere

Progetto casa, un essenziale bene comune!

Progetto-casa-immagine-300x222Forse è  retorico portare all’attenzione il processo di disumanizzazione che coinvolge le nostrevite in questo terribile tempo di crisi.
Forse è anche retorico menzionare il processo di depauperamento delle risorse economiche necessarie a sostenere uno stile di vita degno e rispettoso delle esigenze fondamentali di ognuno.
Molto spesso abbiamo l’impressione che questi elementi siano estremamente radicati nella nostra consapevolezza esistenziale ma un po’ meno nella nostra capacità collettiva di rovesciare una contingenza che troppo spesso si pone a nostro sfavore.
Per quanto non ci siano ricette su come uscire dalla crisi c’è un punto fondamentale che riguarda  la pratica della democrazia.
Tanti movimenti ci hanno dimostrato, non per ultimo quello del Val Susa, che è possibile indignarsi a tal punto da mettere in gioco tutto,  perché è quel tutto che viene violentato!  Continua a leggere