Ancona – Un’altra vittima della crisi si toglie la vita impiccandosi dentro le mura domestiche

Ironia della sorte, l’operatore della croce gialla che mercoledì 8 maggio ha soccorso il signore tunisino che ha compiuto l’estremo gesto dicospargersi d’alcool per poi darsi fuoco, è, a soli quattro giornidi distanza, coinvolto nello stesso dramma esistenziale provocat dagli effetti devastanti di questo sistema di sfruttamento economico che sta mietendo sempre più vittime.

La vicenda riguarda direttamente la sua famiglia, in particolar modo la madre che ieri, nel tardo pomeriggio, nella casa in cui era ospite, non ha più accettato di subire le condizioni estreme di disagio economico in cui versava già da diverso tempo. Ha deciso di porre fine alle continue battaglie che si consumavano all’interno degli uffici preposti del Comune in cui andava chiedere aiuto.  Continua a leggere

L’isolamento che uccide

L’ennesimo caso di autolesione per disperazione legata alla crisi si è verificato in Ancona. Bahri Taaieb un tunisino di 54 anni che vive e lavora in Italia da oltre dieci anni si è dato fuoco, lo scorso mercoledì 8 maggio, cospargendosi il torace di alcool davanti alla prefettura.

Siamo andati a trovarlo all’ospedale di Torrette, dove è ricoverato per le ustioni (non gravissime) che ha riportato dopo l’accaduto, ci ha spiegato con molta calma e lucidità il paradosso della sua situazione.

Bahri commercia pesce come venditore ambulante, sul suo camioncino, da ormai dieci anni regolarmente e così porta avanti economicamente la sua famiglia anche perché è l’unico a lavorare. Tutto bene, insomma, fin quando lo scorso 27 Aprile una volante della polizia stradale lo ferma e gli contesta la validità del libretto di circolazione del mezzo perché, dicono, non ha tutte le autorizzazioni per trasportare il pesce.  Continua a leggere